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  • Ad'Architettura

Storia di uno Store

Aggiornamento: 9 apr 2023

Una boutique per le donne, nata dalla conversazione tra proprietario e architetti


Questo negozio è per le donne e i suoi contenuti sono venuti fuori da conversazioni e confronti tra noi e il nostro cliente.


28 marzo 2023

Ci siamo!

Ormai tutto è pronto.

Oggi pomeriggio consegnano gli specchi e poi giusto una controllatina a tutto qua e la.

In settimana verranno fatte le pulizie.

A quel punto la nuiva boutique per un giorno sarà a nostra disposizione per qualche scatto fotografico.

Adesso va di moda il termine "shooting", qualche tempo fa si usava invece "reportage fotografico" che onestamente mi piaceva di più.

Per non fare torto a nessuno dico semplicemente che fotograferemo il negozio finito, così magari tra qualche giirno aggiungeremo le foto al nostro sito internet


25 marzo 2023

Che fine ha fatto il colore?

Vi ricordate che ci eravamo chiesti di che colore avremmo fatto il pavimento?

Davide pensava di "osare" ma senza "osare troppo"

Aveva indicato il colore trascrivendo la parola al contrario per non farla notare. Noi non abbiamo voluto leggerla per essere intellettualmente onesti.

Abbiamo fatto la nostra proposta e la abbiamo condiviso con il proprietario, quindi ci siamo accorti che eravamo sulla stessa lunghezza d'onda, quanto a tonalità.

Noi però siamo stati più decisi nello scegliere il colore, abbiamo voluto "osare di più".

Abbiamo scelto il colore su una cartella NCS e l'abbiamo prospettato a Davide.

Il proprietario ha accolto la nostra proposta, magari tra se e se avrà pensato: "si mi butto, mi fido e speriamo che cada bene!"

Il nostro colore è il verde pistacchio....un po melange, quello scelto da Davide era il verde salvia.

Sempre di verde si tratta e in tutta onestà, i toni non erano poi così differenti.

..... Mi sa che questo 2023 comincia all'insegna del verde.

Oggi c'è stata la consegna arredolegno da parre di Gaspare e Alessio, ma a loro supporto c'erano i due Fabio elettricisti, il buon Vito fabbro ed Enzo, che ha realizzato pavimento in microcemento e cartongessi.

Siamo sul finire, già si parla del banchetto di fibe cantoete, tutti assieme in un posto dove poter festeggiare questo nuovo progetto realizzato assieme.

Ma ancora, ci vuole qualche giorno. Bisogna completare i dettagli, bisogna pulire e poi bisogna poter fare il reportage fotografico, come da copione per noi.

Intanto una carrellata di foto dei "musicisti di questa sinfonia"

Enzo (posatore di pavimenti in microcemento e cartongessi)


Fabio (impiantista) ma si presta anche alla ginnastica aerobica


Gaspare (artigiano del legno)


Vito (il fabbro).....responsabile dei miei capelli bianchi


E poi c'è anche l'altro Fabio, anche lui elettricista (quando in coppia il primo Fabio non si diletta con la ginnastica)


09 marzo 2023

Quando consegnamo un progetto al legittimo proprietario e quando poi restituiamo le chiavi della casa ormai ultimata dobbiamo fare i conti con un distacco da qualcosa che in qualche modo appartiene anche a noi.

Quella casa è anche frutto del nostro pensiero, della nostra passione per il mestiere di architetto, della bravura delle maestranze.

Di solito abbiamo le chiavi del cantiere e durante i lavori entriamo e usciamo dall'area dei lavori più o meno a nostro piacimento.

Quando diamo un appuntamento al proprietario sul posto di lavoro, diciamo che ci vediamo in cantiere e non usiamo questo termine in maniera del tutto casuale.

Dire cantiere in un certo senso ci legittima una proprietà, seppur a breve termine.

Dal momento in cui diciamo al cliente, ci vediamo a casa tua, vuol dire che abbiamo preso atto che è giunto il momento di distaccarci e andare a cercare altrove un altro spazio entro cui sentirci a casa nostra.

Da quel momento usciamo da quella casa consegnandola ai nuovi proprietari sperando che ne avranno cura e che la tratteranno bene.

Il più delle volte, salvo rari casi, non ci metteremo più piede e non la rivedremo più, congelando così nella nostra mente il ricordo di qualcosa che vorremmo non cambiasse mai.

Quando invece progettiamo un luogo pubblico o uno spazio commerciale aperto al pubblico, sappiamo di poter tornare tutte le volte che lo desideriamo.

È come venire a trovare un vecchio amico e vedere come sta.

Gli spazi commerciali sono oggi più che mai degli spazi effimeri ed hanno una durata limitata.

La frequenza con cui avvengono i cambiamenti fa si che il loro ricordo si congeli nelle fotografie o nei video.

Intanto anche gli operai del cantiere si sentono a casa loro dentro il cantiere, tanto da levigare un pavimento con la disinvoltura di chi so sta rilassando dentro la propria abitazione.

Poi, tra una sigaretta e una telefonata, si trova anche il tempo di ammirare delle forme astratte, che catturano la nostra attenzione.



04 marzo 2023

Ci troviamo ad un punto del cantiere in cui i lavori sembrano essersi fermati.

Chi non conosce le dinamiche di un cantiere di questo genere, considerererebbe certamento lo stato dei lavori in una fase di stallo se si trovasse ad entrare in cantiere in questo momento.

In realtà questa è per me la fase più importante e costituisce un momento chiave.

È il momento in cui c'è parecchia adrenalina da parte delle maestranze, di noi architetti e del committente.

In questi giorni ci troviamo tutti in un momento di delicatissimo coordinamento tra i lavoratori.

In pratica il cantiere e gli artigiani diventano un meccanismo sincronico che prevede tempi precisi che debbono essere rispettati da tutti per potere avviarci verso la fine dei lavori.

Gli artigiani hanno la tendenza a gestire il proprio tempo in autonomia e senza interferenze. In questa circostanza i tempi vanno dettati da noi architetti che dobbiamo fare da interfaccia tra gli artigiani stessi.

Ognuno lavora nel proprio laboratorio e noi andiamo a far loro visita per vedere come procedono le loro lavorazioni, indicando ad ognuno le modalità di connessione del proprio lavoro con quello degli altri


Intanto nell'attesa che si arrivi presto alla fine di questo cantiere, tra le maestranze c'è chi alza gli occhi al cielo e chi si inginocchia davanti al muro pregando che tutto vada per il verso giusto.


01marzo 2023

Stasera mentre ero intento ad verificare il progetto per l'illuminazione di un appartamento che stiamo progettando, ho ricevuto il whatsapp di Fabio, l'elettricista.

Con il suo solito umorismo mi invitava a fare un salto in cantiere per vedere il risultato del loro lavoro di oggi.

Arrivato sul posto ho trovato una vera e propria sinfonia di luci che sembravano suonare in armonia.

È una coincidenza alquanto singolare che mentre stavo lavorando per progettare l'illuminazione di una casa, sono stato chiamato a vedere il risultato di un analogo progetto per un negozio.

Voglio pensare che quello di stasera sia un segno di buon auspicio per il nuovo progetto .

Gli strumenti di cui disponiamo per progettare la luce artificiale sono i rendering, i file IES e soprattutto l'esperienza. A questa aggiungiamo l'intuito e l'istinto.

Soddisfatti entrambi del risultato di questa sera, abbiamo deciso di concederci un aperitivo presso il solito bar, dove abbiamo incontrato altri amici che si sono uniti a noi. Intanto stasera le curve pericolose, sono diventate curve luminose e noi non vediamo l'ora di percorrerle ascoltando della buona musica.


25 febbraio 2023

La via Torrearsa si trova nel cuore del "salotto buono" di Trapani.

È una di quelle strade conosciute dai trapanesi con il nome "a Loggia".


Quando andavo al liceo questa via, assieme alla trasversale Corso Vittorio Emanuele erano frequentatissime dai trapanesi, soprattutto il sabato pomeriggio, quando si passeggiava su e giù per queste strade.

Allora era anche considerata la via dello shopping, dove insistevano i più rinomati negozi di abbigliamento ed accessori della città .

Negli anni 90 il centro storico si è andato svuotando dei residenti ed anche i negozi hanno cominciato a chiudere per trasferire le loro vetrine lungo la via Fardella.

L'arrivo della Coppa America nel 2005 ha riportato il centro storico sotto la luce dei riflettori e il rilancio dell'aeroporto e l'approdo di Ryanair hanno infine dato un nuovo ruolo a questa parte di città, diventata un cumulo di b&b e ristoranti. In questi ultimi anni, due noti imprenditori del settore abbigliamento, hanno investito

Lungo l' asse di via torrearsa, aprendo due importanti negozi.

Anche Davide, più piccolo rispetto a loro, ma non meno determinato, sta coraggiosamente provando ad aprire il suo secondo punto vendita del centro storico, e lo sta facendo con la passione di chi crede nel proprio lavoro.

Mentre molti suoi colleghi ancora migrano verso la vicina via Fardella, lui crede in questa impresa e nella destagionalizzazione del periodo delle vendite.

Adesso dicono che ci costruiranno il nuovo porto, grande bello e soprattutto in grado di portarci le navi da crociera, tanti turisti. Molti di noi sperano sarà anche un bel luogo da vivere per l'intera collettività, per il momento non si vede nulla, ma proprio nulla......la nebbia totale.

Noi però in cantiere iniziamo adf intravedere qualcosa!



16 febbraio 2023


Stasera abbiamo fatto il summit.

Puntualmente la telefonata è arrivata alla stessa ora del pomeriggio, ma stavolta dal falegname.

Poco male. Il suo laboratorio è vicino allo studio e ci ha raggiunto anche il fabbro, è stato come prendere due piccioni con una fava. A quel punto siamo andati tutti a vedere.

Ci siamo trovati tutti attorno ad una dima, un campione di un pezzo da noi progettato.

Un tratto in betulla curvata in scala 1:1.

Sembrava un pezzo di uno strumento musicale in fase di costruzione.

Dopo giorni di cantiere, polvere e cartongessi, è stato bello vedere l'embrione di ciò che oggi possiamo solo vedere nei nostri computer......ed io inizio a vedere un po di colore









5 febbraio 2023


Oggi il cantiere ha proseguito nelle sue attività nonostante fosse sabato.

Enzo e Vito hanno lavorato i morbidi pannelli in cartongesso plasmandoli alla rigida materia delle lamiere in ferro.

È stato possibile apprezzare questa visione poetica della lamiera e dei montanti verticali in metallo fino a sabato mattina. Giusto il tempo per uno scatto che ritrae una composizione fotografica. Gia alla fine della mattinata le vertucali non erano più visibili, poiché nascoste dal cartongesso che adesso fa da sfondo alla "S" in lamiera.

Qualche minuto dopo è venuto a trovarci in cantiere il proprietario, con il quale abbiamo parlato del colore del pavimento, senza che decidessimo quale. Una chiacchierata in cui ci siamo detti tutto e niente...... volete ascoltarla...?


15 febbraio 2023

Quando ho iniziato a fare questo lavoro (ormai 22 anni fa) tutto era molto più complicato e lento in termini di comunicazione.

Certo, eravamo già nell'era dei computer e di internet, esistevano già i software con cui disegnavamo e non dovevamo passare ore sul tavolo da disegno a "lucidare" disegni per fortuna (quella fase l'ho vissuta all'università). Nonostante fossimo agli albori dell'era tecnologica i mezzi erano ancora rudimentali. Io mi ritengo comunque fortunato, poichè la mia pigrizia nei confronti del disegno con le squadrette, penne a china e fogli di carta lucida, mi ha dato la spinta per imparare ad usare un software cad 3D, come strumento di lavoro.

Ma ricordo bene che quando dovevi dare indicazioni al cantiere dovevi sempre avere stampato dei fogli da consegnare asl capomastro o agli artigiani e così quando dovevi discutere di qualcosa, entrambi dovevamo avere il cartaceo davanti, o io mi dovevo trovare davanti al computer e verificare ciò che dicevano i disegni per dare risposte al cantiere e comunque dovevi andare in cantiere continuamente.

Oggi i vari strumenti di comunicazione in tempo reale ci aiutano. Ed è così che quello più diffuso è whatsapp, dentro cui facciamo tutti dei gruppi per parlare conotemporaneamente con altri soggetti.

In virtù di questo, Gaspare mi manda un vocale e a seguire un disegno CAD, chiedendomi se per me va bene. io rispondo che qualcosa non mi convince nelle misure e che dobbiamo rielaborarle.

Nel frattempo mi manda un campione di un pezzo di lavorazione (legno curvato) e così anche quello lo vedo senza muovermi da studio.

Ad interrompere l'idillio di questa comunicazione comodamente seduto in poltrona giunge una sua richiesta:

Ho bisogno che veniate in laboratorio per scegliere i pannelli di legno e stabilire il gloss della verniciatura!

Porca miseria! si stava così tanto bene in studio e tutto funzionava. Adesso dovrò rimettermi in macchina, guidare nel traffico, trovare parcheggio per arrivare da lui e poi stessa cosa per ritornare indietro.

Ironia a parte, mi rendo conto che la tecnologia ci aiuta tanto, ci semplifica le cose, ci permette di risparmiare tempo (che nel caso mio riutilizzo non per fare molte altre cose, ma per riposarmi di più;)) ma ci allontana spesso dai rapporti umani.

Ma poi ci sono altre persone in cantiere che usano questo genere di comunicazione digitale a secondo dei propri ritmi e delle proprie abitudini. Prendi ad esempio il fabbro.....

lui ha ancora un amore viscerale per i contatti umani. E' per le cose concrete, che richiedono la presenza in officina, in mezzo alla segatura di ferro, all'odore delle saldature.

E' li che mi invita ad andare a vedere di persona se una calandratura o una piegature sta venendo come da progetto. Allora nel tardo pomeriggio si interrompe un altro idillio. La speranza di terminare il pomeriggio davanti al pc con la musica accesa in attesa di una foto su whatsapp che mi mostrasse il lavoro fatto si infrange davanti al messaggio whatsapp che recita: architetto, vieni in officina che ti faccio vedere quello che sto facendo? Così mi fai sapere se sta venendo bene e se posso procedere!

Più che una richiesta la sua è una domanda retorica, quindi stacco tutto e vado a vedere.

Arrivo in officina e trovo un bel po di lavoro fatto. Mi sembra fatto bene (non dubitavo) quindi dico: Bello, sta venendo bene. ma quando consegni tutto?

La risposta è sempre la stessa: tra una grattatina alla testa e una smorfia facciale che conosco da circa 15 mi sento rispondere:

penso che in una decina di giorni finisco tutto!

ed io penso.......


11febbraio 2023

Curve pericolose

Spesso mi soffermo a pensare che noi architetti siamo portati a progettare linee rette, orizzontali e soprattutto verticali.

Praticamente siamo inesorabilmente vittime della forza di gravità che ci porta ad assecondare la direzione delle forze verso il basso.

Questo ci porta poi a cadere nella routine degli spigoli o addirittura nell'angolo retto.

La possibilità di progettare uno spazio commerciale ci ha fatto riflettere sul concetto di leggerezza, come contrapposizione alla gravità esercitata sulle linee verticali. L'introduzione delle "curve", a volte pericolose, qui ha rappresentato lo stratagemma per muoverci con leggerezza dentro uno spazio dall'aspetto flottante.

Avere contrapposto poi, la durezza e la specificità di un materiale come il ferro, è servito a dare carattere alle linee curve stesse.

Abbiamo quindi ottenuto un risultato per noi soddisfacente, quello di trasformare le linee in curve. Allo stesso modo siamo riusciti a trasformare le superfici in elementi filiformi......come vedremo più avanti.




2 febraio 2023


Il cantiere è cominciato da qualche giorno. Come al solito abbiamo a che fare con artigiani che conosciamo da anni e con i quali abbiamo realizzato case, ville e negozi.

Sembra quasi di giocare una partita con una squadra affiatata

L'atmosfera è informale, ognuno di noi sa bene cosa aspettarsi dagli altri, si conoscono i punti di forza di tutti e quanto si può contare sui compagni di squadra.

A pensarci bene, per il rumore che c'è a volte in cantiere, sembra di avere a che fare con un gruppo di musicisti che stanno accordando gli strumenti per un concerto.

Si preparano per l'apertura del sipario per fare ascoltare la loro sinfonia e chi entrerà.

Dalla nostra parte, cerchiamo di dirigerli per evitare stecche e far si che non vadano fuori tempo.

Qualcuno è in ritardo e bisogna richiamarlo, altri vorrebbero correre, ma non è possibile. Bisogna muoversi con un ritmo coordinato.

Spesso, viene a trovarci Davide, di prima mattina.

Viene ad ascoltare un po di "musica" ed ogni tanto capita pure che ci suggerisca qualche partitura.

Allora ci guardiamo e gli proponiamo di parlarne al bar davanti ad un caffè ed un cornetto, poi si ritorna puntualnente ad accordare gli strumenti e a fare le prove.




28 gennaio 2023

Nella maggior parte dei casi, i nostri progetti riguardano spazi residenziali che spesso ci viene chiesto di ristrutturare o di progettare ex novo.

In quest'ambito, abbiamo ormai maturato una discreta esperienza, che ci consente di muoverci in maniera piuttosto disinvolta nel gesto progettuale, ma che ci porta spesso a richiedere al cliente una interazione, allo scopo di cucire sartorialmente lo spazio domestico a misura della sua persona.

In questo caso invece, ci è stato chiesto di concepire uno spazio commerciale, al piano terreno di un antico palazzo, in una delle più importanti vie del centro storico di Trapani.

La natura effimera di questo genere di realizzazioni e l'utilizzo dello spazio a scopo commerciale, ci hanno messo nella condizione di dover affrontare un tema differente, all'interno del quale abbiamo però voluto portare il nostro modo di guardare al progetto.

Nell'affrontare questo lavoro ci siamo resi conto di dovere contemporaneamente soddisfare le esigenze di due clienti!

Da una parte Davide, che si è rivolto a noi commissionandoci il progetto e che ha tracciato la cornice di un foglio bianco raccontandoci le sue esigenze, illustrandone i vincoli e descrivendoci la sua idea di layout funzionale.

Dall'altra parte una cliente virtuale ma al contempo reale (la clientela di Davide) con la quale non abbiamo potuto relazionarci, se non provando a immaginarne e comprenderne le esigenze, una volta entrata dentro lo spazio che avremmo progettato.

Invitare al tavolo da disegno una terza persona (virtuale), ha aiutato i "presenti" a mettere in discussione le proprie convinzioni o idee preconcette, aprendosi ad un atteggiamento possibilistico nei confronti del risultato finale.

Fatto ciò, è stato agevole arrivare all'idea del progetto.

Ritengo che il nostro primo contributo sia stato quello di creare questa condizione di disponibilità verso una partita aperta e succesivamente portare dentro, la nostra visione dello spazio, provando di calibrarla al target della clientela della boutique e adeguandola all'immagine del marchio Corsini Store.

Per fare ciò abbiamo cercato di tradurre le esigenze del cliente in una visione "nostra", dando ad essa una lettura che è stata condivisa dal nostro committente, augurandoci che verrà apprezzata anche dai fruitori di questo spazio.

In questi giorni ha preso il via cantiere e le maestranze sono già al lavoro, totalmente immersi nel progetto.







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