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Casa Flores

Erice (TP)

Progetto Architettonico e Direzione dei lavori: Arch. Gianni Ingardia

Progetto strutturale: Ing. Alberto Sammartano

Un’abitazione unifamiliare, ai piedi del costone roccioso del Monte Erice, in Sicilia occidentale, per un nucleo familiare di 5 persone si allinea alla cortina urbana, in un contesto immediato che non si caratterizza per emergenze architettoniche, con una pianta a rettangolo allungato. Il fronte su strada, orientato a sud, si dispone secondo partizioni geometriche nel rapporto pieni/vuoti, sottolineando accostamenti cromatici per contrasto: il settore rivestito in ardesia accanto al bianco dell’intonaco, la preminenza della struttura fissa a brise-soleil in leggero aggetto al centro della facciata, il vuoto che segnala l’ingresso all’abitazione riparato all’interno del volume edilizio, la contrapposizione fra le finestre verticali ed orizzontali nelle sezioni alle estremità del prospetto. L’edificio si allunga sull’orientamento nord-sud: il versante nord della casa si accosta al terrapieno con un giardino sopraelevato e con uno spazio a cortile lastricato, che riveste una sensibile importanza per la vivibilità dell’alloggio. Lo spazio esterno dilata la zona di soggiorno che si affaccia sulla corte con un’ampia vetrata ad elementi scorrevoli, costituendo prolungamento immediato. Al limite nord, il progetto dispone elementi a valenza ambientale e bioclimatica: il giardino terrazzato accessibile con una rampa di scala a disegno minimalista ed elementi di ringhiera in profilato metallico laccato di bianco; un piccolo bacino d’acqua, con una cascata che scorre sulla parete di fondo della corte, rivestita in ardesia. La presenza del bacino d’acqua e della cascata introducono sistemi naturali di mitigazione climatica, inducendo un abbassamento di temperatura nei mesi caldi nello spazio circoscritto esterno e una circolazione d’aria più fresca per nebulizzazione che può raggiungere lo spazio soggiorno, luogo centrale dell’alloggio, a doppia altezza ed illuminato anche con l’apporto di luce naturale zenitale. Una strategia d’integrazione fra architettura ed elementi naturali utilizza così il bacino d’acqua come scambiatore di calore, per ottenere livelli qualitativi di comfort ed evitare il più possibile interventi meccanici o ad immissione d’energia nel sistema abitativo da fonte esterna. All’interno, l’alloggio si organizza attorno allo spazio soggiorno, sviluppato a doppia altezza. Al piano terra, la cucina verso l’interno e uno studio verso strada completano la dotazione di spazi; al livello superiore, le tre stanze da letto per i figli e la stanza per i genitori ruotano attorno al vuoto sul soggiorno, due stanze prospettando verso strada e due verso la corte e il giardino sopraelevato. Una calibratura attenta degli ambienti nell’edificio a ridotte dimensioni consente la coesistenza di momenti di riservatezza e di momenti comuni di vita, con condizioni egualitarie negli standard di vivibilità. Anche per la stanza da letto dei genitori, esposta a nord, si adottano strategie bioclimatiche, attraverso la captazione di luce solare e calore da lucernari e restituzione di calore attraverso l’inerzia termica delle masse. L’interrelazione fra luminosità e geometrie elementari è un dato caratterizzante: l’accento dei percorsi orizzontali di collegamento, il biancore diffuso degli interni, la punteggiatura di colore che appare intersezione significativa, fra settori rivestiti in ardesia e gradini delle scale interne in legno. 

testo tratto da https://www.theplan.it/webzine/architettura-italiana/residenza-monofamiliare-casa-flores a cura di Francesco Pagliari

Impresa esecutrice: Geom. Pietro Maltese

Opere in ferro: Vito Novara

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